Un post pubblicato per cercare personale si è trasformato in una miccia accesa sui social, con accuse durissime e una pioggia di insulti. Lo chef stellato Paolo Cappuccio crea indignazione nella comunità per il suo annuncio di ricerca di personale per il suo locale.

Paolo Cappuccio, chef stellato, non immaginava che quel messaggio per reclutare cuochi in vista della stagione invernale in Trentino avrebbe scatenato una bufera nazionale. L’annuncio sembrava uno dei tanti: si cercavano cuochi, capi partita e un pasticcere per un hotel a quattro stelle. Ma bastava scorrere di qualche riga per trovarsi davanti ad un tono completamente diverso. Un elenco esplicito di categorie escluse, tra cui “comunisti”, “Masterchef del c***o” e persone “con problemi di orientamento sessuale”.
Il post dello chef scatena il panico: pioggia di critiche
Le reazioni sono arrivate subito, e non si sono fatte leggere tra le righe: centinaia di commenti indignati, segnalazioni, prese di distanza. Alcuni hanno parlato di linguaggio discriminatorio, altri di odio vero e proprio. C’è chi ha segnalato anche possibili violazioni di legge, viste le restrizioni apertamente rivolte all’orientamento sessuale. Il post è stato poi rimosso, ma le sue parole avevano già fatto il giro della rete.

Cappuccio non ha chiesto scusa, anzi in un’intervista al Corriere del Trentino, ha spiegato di aver scritto quelle frasi in un momento di esasperazione. Secondo lui, si trattava di uno sfogo dopo troppe esperienze negative con personale che, a suo dire, “non voleva lavorare”. Ha parlato di persone poco professionali, con idee e atteggiamenti che mal si concilierebbero con la disciplina di una brigata di cucina.
E quando gli è stato chiesto delle frasi sull’orientamento sessuale, ha risposto che si riferiva a precedenti esperienze con membri dello staff che, sempre secondo il suo racconto, “ostentavano” in modo eccessivo. Non ha negato la durezza dei toni, ma ha giustificato tutto come un tentativo, discutibile ma consapevole, di filtrare in anticipo le candidature.

La reazione pubblica però non si è limitata ai commenti social. Tra le voci critiche anche quella della Casa degli Spiriti, locale dove Cappuccio ha lavorato oltre dieci anni fa. Con una nota ufficiale, hanno preso nettamente le distanze dalle sue affermazioni, definendole “inaccettabili e discriminatorie”, lontane dai valori di inclusione e rispetto che la struttura sostiene da sempre. Nessuna ambiguità: il comunicato ha voluto marcare un confine netto tra quelle parole e il mondo della ristorazione.
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Ora ci si chiede se davvero uno sfogo, per quanto esasperato, possa giustificare un linguaggio tanto esplicito, e cosa tutto questo racconti del clima che si respira dietro le quinte di una cucina professionale.
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